Cosa? Il nuovo numero di lay0ut magazine: Sono hackeratə

lay0ut magazine lancia il suo secondo numero cartaceo, dal titolo Sono hackeratə. 152 pagine tra articoli, traduzioni testi e opere d’autorə, nella nostra oramai consueta tripartizione in Discorsi | Traduzioni | Figure, purché sovvertita. Pubblicato in collaborazione con Industria&Letteratura, all’uscita, prevista per il 3 luglio, sarà disponibile in tutte le librerie – indipendenti e non, in tutte le librerie online, sull’ecommerce dell’editore e sul nostro temporary shop. L’indice completo e ragionato è pubblicato all’interno dell’articolo.

Il preordine – Il tema – La copertina – I contenuti – La mostra – Scopri il numero!


Il preordine

Fino al 7 luglio il numero è in preordine con uno sconto del 20% sul nostro temporary shop, gestito da Industria&Letteratura (spedizione esclusa): clicca qui.

Se avete delle necessità particolari o non vi funziona nulla, sta crollando tutto, scriveteci a direzionelayout@gmail.com, su Direct o su Facebook. Personalmente anche. Vi risponderemo veloce.

Il tema

Abbiamo a lungo sviscerato il tema dell’hackeraggio, fin dal primo editoriale di quest’anno. Abbiamo basato su questo tutta la campagna associativa di Lay0ut Magazine APS (la trovate qui). Ma perché diciamo che siamo hackeratə? In breve (ma già nell’editoriale ne parliamo approfonditamente): viviamo continuamente condizionati, su un piano pratico e su un piano simbolico. Facile allora rinunciare, dire: sto male. Dire: sono solə. La realtà è che, invece, nonostante tutto, abbiamo possibilità di agire il reale, abbiamo agency, abbiamo voi. In questo numero vogliamo stare scomodə, uscire dalla comfort zone, per innanzitutto vedere cosa ci comprime, cosa non ci rende liberə, poi a tentare una ribellione. Attraverso la cura, lay0ut si prende cura di voi.

La copertina

Ideata – come tutto il numero – dai grafici Giorgia Di Carlo e Alberto Scalia, pubblica una foto originale di Mattia Balsamini, che ha come oggetto una mosca al microscopio. Lo zoom porta a uno straniamento della prospettiva che comporta, in qualche modo, un’umanizzazione. La reazione (il più delle volte) spontanea di disgusto è essa stessa un hackeraggio, perché mette in crisi l’idea di umano e animale. Poi ovviamente è bellina.

I contenuti

Ne pubblichiamo ben dieci, tra testi inediti e articoli, tutti completamente fuori di testa. Cominciamo con un esperimento di poesia collettiva dal titolo lay0ut squisito, appunto, e regole asimoviane; quindi un racconto di Wissal Houbabi, Nike Shox, dove un paio di scarpe sono il simbolo dell’integrazione, o del suo opposto, meglio; uno pseudo-racconto di Dimitri Milleri sul lavoro di fabbrica, su come i “tempi stretti” siano i tempi di disforia ed euforia; un racconto di Silvia Tebaldi, Niggun, già apparso su Metatron (time0.zone); una conferenza di Jeffrey Schnapp che auspica di lasciare che i robot siano robot. Quindi una poesia di Peter Gizzi sul panico come categoria di mediazione con la realtà; un racconto di Tlotlo Tsamaase dal titolo Design biofilo di un’infestazione, dove tutto si capisce se non il soggetto che infesta, precedentemente infestato; un’intervista a Mark Bould, autore di Antropocene inconscio (Perrone, 2022); un bel saggio sull’hackeraggio delle categorie binarie, scritto da Laura Forlano e Kat Jungnickel; per finire un articolo di Valentina Tanni sul “Grande Algoritmo”

La mostra

Ma non finisce qui. Nel numero precedente, la “mostra” di opere originali affiancava i testi. Adesso abbiamo tolto le virgolette: leggendo il numero dalla copertina, noterete tutte le immagini ruotate di 180°. Ma perché? Beh, perché così sono illegibili. Cominciando dalla quarta di copertina (in tutto e per tutto un indice), invece, lə dieci artistə o progetti artistici diventano il testo; il testo, ruotato, diventa momentaneamente asemico e funge da immagine. La sezione figure è dunque diffusa ed è introdotta da un testo curatoriale collettivo. Ma bando alle ciance, date uno sguardo voi stessə!


Scopri il numero!

Nel recto del numero, troverai su due pagine l’indice di discorsi e traduzioni. Nella quarta di copertina l’indice di figure.

Per capire meglio la roba strana della sezione figure diffusa, vi droppiamo qui due doppie pagine, perché siamo buonə.

Una pagina di Let Robots Be Robots di Jeffrey Schnapp, con opera di Mattia Balsamini da In Search of Appropriate Images, 2021.
Ruotate di 180°, una pagina di Hierarchy of Genres, 2021 – in corso di Alessandro Calabrese, con poesia di Peter Gizzi, Un panico che ancora può assalirmi.

Fino al 7 luglio, abbiamo pensato a una campagna di avvicinamento, con tanti contenuti in anteprima.