Tipaldi De Alberti poesia poesie

Critical racchettoni: mamma + nonna VS Tipaldi / De Alberti

Nonna + mamma VS Tipaldi / De Alberti

La stanza è illuminata, silenziosa: ma in un modo specifico. La stufa infatti, e i rumori delle tubature e delle foglie di magnolia che ogni tanto grattano alle finestre di sopra non sono suoni. Sono, piuttosto, parte di un ground biologico da cui prendiamo le mosse – Io, mia madre e sua madre – per svolgere una chiacchierata intorno a due poesie contemporanee, opera degli autori citati nel titolo. Ho deciso di intervistarle senza dargli informazioni tranne quelle anagrafiche. Successivamente ho posto delle domande relative alla contestualizzazione e semantizzazione di alcuni sintagmi all’interno dei testi, chiedendo anche di esprimere un giudizio qualitativo generico. Perché tutto questo? Nell’ultima parte dell’articolo c’è un elenco puntato di considerazioni intorno all’ermeneutica del testo: chi ha fretta di capire salti pure a quella parte.

Tipaldi / De Alberti: le poesie

Francesco Maria Tipaldi, Ero con lei

Ero con lei
nel tendone segreto dove nascono
[i morti…

ero il volto invisibile prima di entrare
[in scena
un insetto codato

“Passare da nulla a nulla ragazzo…

sei pronto? Non vedi l’ora?”

Spin 11/10, LietoColle, 2019, p. 88

Andrea De Alberti, Tana

La volontà d’immaginare il pericolo,
questa sconfinata quantità di persone
indirizzate a una tana.
Sarà stato come nel primo conflitto
[mondiale,
un’illusione indiretta,
un’organizzata sensazione di morire
che non può trovare esito in nessun
[cuore.



Dall’interno della specie, Einaudi, 2017, p. 54


Nonna legge De Alberti

Nonna + mamma: l’intervista

Lidia Corsetti (1949) e Lucia Cipriani (1974) sono state intervistate contemporaneamente, in un’unica sessione. Hanno avuto qualche minuto per leggere i testi in autonomia, Lidia ha letto ad alta voce il testo di De Alberti (Tana) e Lucia quello di Tipaldi (Ero con lei…). Le intervistate, per rispondere, potevano attingere di nuovo ai testi. Come vedremo, fra le due si è verificata una certa influenza critica, determinata forse anche dal disagio della situazione, o da una soggezione nei miei confronti. Nella trascrizione della registrazione, mia nonna sarà contrassegnata da un N, mia madre da una M, e io da una D. Si inizia parlando della poesia di Tipaldi, poi si passa a De Alberti.

D: Allora… Io volevo farvi delle domande su queste poesie: tu quella che ha letto la mamma l’hai letta?
N: No.
D: ‘Spetta, dagli un’occhiata.
N: Quale ll’è?
D: è questa qua:
N:legge in silenzio Questo non capisco…
D: Quale?
N: «Ero con lei / nel tendone segreto in cui nascono i morti». Cioè?
D: Allora, intanto ti volevo chiedere: secondo te chi è «lei», chi può essere?
N: dopo aver pensato un po’ Ero con lei… con la sua… Anima?
D: Con la sua anima. Ci può stare. Il punto è che queste poesie ti danno delle immagini, ma non ti danno il contesto.
N: Eh.
D: Te lo devi un po’… Immaginare da te o comunque ricostruire da te.
N: «Era un volto invisibile» poi dice, quindi è l’anima sua che… Che ha parecchi problemi…
D: Okay.
N: fra se, leggendo Eh, «dove nascono i morti» dopo aver riletto «Entra in scena un insetto codato».
D: No…
N:correggendosi: «prima di entrare in scena / un insetto codato»
D: Lui era un insetto codato. silenzio Cosa vuol dire «passare da nulla a nulla» secondo te?
N: «Passare da nulla a nulla»… Cioè: tu c’hai un pensiero… Che poi svanisce, e ritorna e… Tu… Tuvvai a un artro pensiero… E poi svanisce…
D: Okay.
N: Cioè: tu pensi ‘na cosa e poi… Ti va via, nella mente, e ne pensi n’antra… E poi ti va via anche quella dalla mente.
D: Ho capito. Ci sta.
N: Io… Sai la interpreto così, poi sai…
D: Ci sta, ma qui, qui dobbiamo capire quello che vi viene in mente a voi, capito? Non è importante cosa voleva dire l’autore, tanto l’autore non c’è…
N: Mh.
D: …Quindi il testo adesso è vostro. Ma’, sempre su questa, io ti volevo chiedere: “cosa” può essere la voce che parla?
M: La mia.
D: La tua? Quella del lettore?
M: Sì.
D: Cioè: è il lettore che dice «Ero con lei»?
M: Secondo me sì.
D: E… Perché c’è questa incarnazione nell’«insetto codato»?
M: Perché boh per come la vedo io, siccome io me la immagino come: «Ero con lei», cioè “con la mia ombra”. Quindi un insetto codato… Inutile. Quasi… Cioè: senza la mia ombra sono inutile, sono un insetto codato.
D: Okay, quindi mi stai dicendo che… Lui è con la sua anima?
M: sovrapponendosi Cioè, io lettore. No! Con la sua ombra.
D: Con la sua ombra.
M: Con la mia ombra. «Ero con lei» secondo me sono io lettore che sono con la mia ombra, «lei» è la mia ombra, okay? E sono inutile senza la mia ombra, quindi un insetto codato.
D: Quindi questo «insetto codato» è tipo una metafora di svilimento per te.
M: No di svilimento… Di… Imperfezione.
D: Ok: «insetto codato» è “imperfetto”.
M: Non ha… È un insetto codato generico… Non è un… Che ti posso dire, uno scorpione. È un insetto codato generico.
D: Okay, okay. Ora vorrei chiedervi più liberamente cosa pensate di questa poesia di Francesco Maria Tipaldi, che tra l’altro è un ragazzo molto giovane, ha mi pare trentaquattro anni.
M: Cosa pensate nel senso…
D: Liberamente, qualunque cosa che vi viene in mente di questa poesia, cosa sta cercando di fare, qualunque cosa.
M: Boh, sicuramente una persona alla ricerca di sé stesso, mi sembra, più che altro: attraverso la scrittura, attraverso la poesia, una persona alla ricerca di sé stesso. Una ricerca anche abbastanza… Vissuta… Non come viaggio felice. Okay?
D: rivolgendomi a mia nonna E secondo te invece?
N: Secondo me c’ha parecchi problemi. Tutti… che li… Esprime nelle poesie. Problemi neri sorride. Problemi da risolvere.
D: E vi ci rivedete?
N: Eh?
D: Vi ci rivedete in questo testo? C’è qualcosa che vi fa pensare a voi e alla vostra vita?
M: «Da nulla a nulla ragazzo»…Sì, per me. La nonna non lo so.
N: Per me… Boh. Forse la prima frase.
D: «Ero con lei / nel tendone»
N: annuisce
D: Ok. Allora passiamo all’altro testo.
M: T’ha perso r’segno mamma?
N: Nono: Tana.
D: Tana. Libera tutti. ridiamo
M: entusiasta Tana libera tutti: vai, dicci.
D: Allora, se volete, se vuoi rileggerla… O… Comunque sia: partiamo da te mamma stavolta.
M: Sì.
D: A cosa si riferisce qui, secondo te, quando parla di un’«illusione indiretta»?
M: Io ho letto questa poesia in un momento un po’ strano, cioè che è questo del Covid, tant’è vero che ho detto – Maremma, è attualissima – , cioè il «conflitto mondiale», «l’illusione indiretta» che questa… E ho detto – Accidenti proprio qui nella pandemia –, ecco perché poi so’ andata a vedere e ho detto – Ok no ma questo è nato nel ’74 ha la mia età –, quindi è impossibile che l’abbia scritta per la pandemia.
D: Sì è nato nel ’74.
M: Nella poesia davanti al libro dice che si forma come Lucy [qui mia madre fa riferimento alla poesia in copertina, compiendo un misreading per cui lo «scheletro» che viene citato in incipit è lo stesso De Alberti]. Quindi qui è veramente… Cioè: lì per lì l’ho letta in questo modo, poi ho detto – accidenti, poi nella vita in realtà… Ognuno di noi attraversa una pandemia –. Che anche se non a livello mondiale ognuno ha la sua pandemia.
D: Okay.
M: Ecco perché un’«illusione indiretta»: Ti illudi che sia finita ma in realtà è lì.
D: E perché «non può trovare esito in nessun cuore»?
M: Perché… In realtà… Cioè: la soluzione alla pandemia, perché così l’ho definita all’inizio, la trovi o in te stesso… E in nessun cuore altro.
D: silenzio E nonna, hai presente quando dice all’inizio: «la volontà di immaginare il pericolo»? Di chi è questa volontà, chi è che parla secondo te?
N: L’autore… Cioè… L’autore in generale. Tutti più o meno. Tutti s’ha la volontà di… Di immaginare un pericolo e di… Di volerlo… Evitare… e con questo la tana, appunto, per nascondersi per evitare questo pericolo.
D: E secondo te perché l’autore ci parla di queste cose?
N: Perché nel mondo, nel nostro tempo, ci sono dei pericoli che… Effettivamente andrebbero evitati. Cioè: si vorrebbero evitare, e in questo modo ce se vorrebbe nascondere… ‘Nsomma nascondere per poter evitare, per non affrontarli… In questo modo qui.
D: Ho capito. Cosa pensate di questo testo, in generale, liberamente?
N: È abbastanza… Moderno. Cioè: è moderno… Rispecchia parecchio il nostro… La nostra era, ora.
M: Te l’ho detto anche prima, quando l’ho letto ho detto – Attualissimo –.
D: Vi è piaciuto più De Alberti o Tipaldi?
M: Mi sono piaciuti entrambi Dimi.
N: sovrapponendosi Entrambi.
M: Cioè non ti posso dì’ di più perché secondo me son due cose completamente diverse.
N: Sì, infatti.
D: Allora in cosa vi rivedete di più?
N: Eh, forse nella Tana.
M: indica il libro di Tipaldi
D: Nell’insetto codato?
M: Sì, ride io nell’insetto codato. Assolutamente.
N: sovrapponendosi Io nella tana. Questa paura di dovessi nascondere… De… De cercare un posto dove non c’è niente, che si rispecchia nella tana… Siamo state brave?
D: Siete state bravissime.
M: sovrapponendosi La nonna vol sape’ se è passata. ridiamo
D: sìsì.

Mamma legge Tipaldi

Conclusioni: considerazioni

1) La poesia contemporanea italiana si muove all’interno di un bacino ristretto in cui i produttori e i recensori spesso si sovrappongono e/o hanno rapporti personali diretti. È forse ragionevole supporre che le esegesi sincroniche basata sulle valutazioni di un singolo expertise, per quanto varie nelle prospettive critiche e politiche, rimangano incapaci di restituire un quadro più ampio di come il testo produca significato in diversi contesti e diverse tipologie di soggetti.

2) A scanso di equivoci: qui non si vuole svilire la formazione di un “lettore esperto” e la maggiore pertinenza delle sue soluzioni interpretanti, la sua maggiore prossimità a un lettore ideale (Eco), la migliore organizzazione della sua enciclopedia eccetera. Qui ci si domanda soltanto cosa il testo diventi, sia, per altre tipologie di soggetti quando lo incontrano deprivato dai suoi contesti (in un reading o in un’antologia, o in una situazione informale per esempio).

3) Questa intervista non è un test qualitativo strutturato, chiaro, non gli si avvicina neanche lontanamente. Tuttavia vorrebbe essere d’ispirazione per la creazione e somministrazione su scala sufficientemente ampia di test che vanno in questa direzione di indagine. Sarebbe un sogno per esempio, se un test del genere fosse sottoposto a 1000 individui raggruppati per età, provenienza, sesso, livello di istruzione, condizione socio-economica…

4) Attenzione: considerazione empirica. Molti di noi si pongono il problema della leggibilità e comprensibilità, del valore sociale dei loro testi, della loro comunicabilità. Su quali feedback ci basiamo per compiere queste valutazioni? Sono abbastanza? Sono abbastanza eterogenei?

5) Perché mia nonna interpreta il «lei» di Tipaldi come anima e mia madre come ombra? Io lo trovo affascinante, non ho una risposta. Forse la diversa incidenza del cattolicesimo cristiano nella visione del mondo e nei modelli simbologici di riferimento? Ci sarebbero decine di altre domande da porsi a partire da questo materiale, per quanto spurio. Interessante anche che la poesia di Tipaldi sia stata semantizzata più come un gruppo di immagini ed episodi parzialmente indipendenti e quella di De Alberti come un messaggio unitario, coeso.

6) Qui si sono indagate delle competenze cognitive di alto livello, propriamente linguistiche. E se adottassimo un modello cognitivo di tipo embodied? Supponiamo che, mediante le competenze di più basso livello, durante la lettura si compia una simulazione incarnata di un qualche tipo di azione, di una situazione reale: sarebbe bello avere conto del ruolo del corpo nella fruizione della poesia, magari anche dei rilevamenti con scanner fmri.

7) Non mi dispiacerebbe che anche in Italia si affermasse uno studio della ricezione non orientato dal canone e dalla canonizzazione, ma che muovesse da ipotesi modellizzanti e procedesse attraverso un confronto sperimentale coi dati, che dialogasse con le scienze dure, le nuove scienze cognitive, la sociologia, la psicologia, l’antropologia e tutte le discipline necessarie agli studi contestuali. Si potrebbe parlare di cognitive poetics, ma non solo.

“senza la mia ombra sono inutile, sono un insetto codato”

Francesco Maria Tipaldi è nato a Nocera Inferiore nel 1986, dove lavora come farmacista. Ha pubblicato Humus (L’arcolaio, 2008), Il sentimento dei vitelli (Con Luca Minola, Edb, 2012, Premio Maconi), Traum (LietoColle, 2014) e Nuova poesia extraterrestre (Carteggi Letterari, 2016, Premio giuria studenti al Premio Villalta Giovani). Sue poesie sono state tradotte in Germania Spagna e Stati Uniti. Spin 11/10 (LietoColle, 2019) è il suo ultimo libro.

“nascondere per poter evitare […] la nostra era, ora”

Andrea De Alberti è nato nel 1974 a Pavia. Suoi testi sono presenti nell’Ottavo Quaderno Italiano di Poesia Contemporanea. Del 2007 è la raccolta Solo buone notizie (Interlinea); del 2010 Basta che io non ci sia (Manni); nel 2011 Litalìa (La Grande Illusion); nel 2017 Dall’interno della specie (Einaudi) e nel 2019 La cospirazione dei tarli. L’universo di Don Chisciotte (Interlinea).

In copertina: Pelle Cass, “Crowded Fields”. Il copyright appartiene all’autore.