Sbagliato VS distratto – Su due ibridi dei Pop X


NO RAGA ASSURDO: il nuovo disco dei Pop X

Settimane o mesi fa, senza troppo clamore, è uscito un nuovo Ep dei Pop X contenente remix e versioni live di brani già rilasciati. Enter Sandwich, così si chiama, rappresenta un’occasione ghiotta per fare un discorso più generale sul marchio di fabbrica del progetto, che, brutalmente, chiamerò “l’arte della riscrittura”. Per quest’indagine, mi muoverò a braccio fra le componenti musicali, testuali e visuali dei prodotti dai Pop X, trattandoli come è giusto: ossia da congegni multimediali. Mi concentrerò in particolare su due ibridi: le versioni live di SCOPAMIGO e IL MIO CUORE È OCCUPATO.


L’arte della riscrittura I


In alcuni momenti della storia dell’arte occidentale i concetti di copia e originale sono entrati in un conflitto binario, con relative torme di intellettuali a cercare di affermarne uno sull’altro. È il caso, per esempio, di quel periodaccio, la seconda metà del Settecento, che segna il passaggio da una cultura artistica illuminista già opacizzata e in crisi, ma ancora tutto sommato “mimetica”, alla radicalizzazione dell’idea di individuo e genio tipiche della prima temperie romantica.

Per i Pop X e per parecchi altri produttori di contenuti artistici contemporanei, però, questi due concetti vanno intesi come poli di uno spettro, modalità di azione non conflittuali che contribuiscono in modo fluido alla realizzazione di un prodotto artistico inteso come congegno, device. L’album deve già il nome a una parodia di Enter Sandman, famosissimo disco dei Metallica, e si configura come contenitore di aggregati e riscritture, a volte auto-, opere derivative a più livelli, né mimetiche né del tutto originali.


SCOPAMIGO in verbis

Prendiamo SCOPAMIGO – live version: il testo del brano espande leggermente questo nucleo, su cui si basava la versione studio, cantato da una voce maschile:


Sei tu
il mio scopamico
ti ho dato di tutto e ti sei preso/a un/il dito


A ciò si aggiunge un altro segmento di testo, cantato da voce femminile, difficilmente trascrivibile per via dell’autotune marcatamente fritto, che contribuisce a una seconda ambiguità, quella di trasformare il soggetto vocale in soggetto strumentale:

Tu che hai
risposto [?] al mio priette [?]
se' andato a [manca] e tu mi hai fatto niente

Queste due terzine “cannano” con stile vari stereotipi del rapporto eminentemente tragico fra l’io e il tu: l’incontro erotico è tutto meno che impossibile, anzi, ma forse manca la voglia. Inoltre, come nelle crisi di sovrapproduzione, quello che l’io ha da offrire è superiore alla domanda del tu; oppure, specularmente, la produzione erotica del tu non riesce a soddisfare l’io. Però, e qui l’ambiguità raddoppia e triplica, non si tratta di un gesto dissacratorio di ironia pura, radicale: si direbbe che il pathos sia stato solo ri-umanizzato, spostato di fuoco – non più l’impossibilità sociale o circostanziale dell’amore, non il grande abbandono, ma la tristezza tiepida di un desiderio non coincidente, un non poter essere insieme tuttavia.

SCOPAMIGO in musica

La musica in tutto questo fa da fondale emotivo, è l’attivatore della nostra disposizione d’animo. Quello che davvero resta uguale rispetto alla versione studio sono infatti i toni elegiaci dei timbri vocali e strumentali e il mezzo di condizionamento emozionale per eccellenza: l’armonia, lo specifico giro accordale. Il resto è solo scenografia, occasione di favola. Il brano, da piccola gemma tecno-house “sbagliata”, citata male, diventa in live un pastiche musicale che passa dall’elettro-cantautorato anni ’90 alla chillwave, dalla tecno alla wierd-noise.

I processi di sviluppo formale dei brani sono fondati su un’accumulazione disordinata, su un copiare male apposta, sul cambiare i connotati. Questo vale anche per il video musicale della traccia, rilasciato su Youtube: un pupazzetto in render 3D “fatto male”, con le parti del corpo che entrano l’una nell’altra balla circondato da fragole, fiori di loto mele e primule assolutamente non realistiche. Anche l’ombreggiatura è rozza, e tutto si svolge nel segno del lo-fi, fino ai cambi di inquadratura a quelli di scenario, sincronizzati alla successione delle strofe. Questo prodotto multimediale ha come un difetto genetico, nasce storto e cresce più di quello che possa, esaurendosi, ma non per questo rinunciando alla propria liricità.


IL MIO CUORE È OCCUPATO in verbis

Il testo di IL MIO CUORE È OCCUPATO – live version è ancora più sottilmente l’OGM di un canone lirico petrarchesco, diamo un occhio alle varianti rispetto alla versione studio:

IL MIO CUORE È OCCUPATO

[Strofa 1] x 4
Il mio cuore è occupato da un giardino segreto
Siamo gocce di pioggia col cuore di vetro
Il giardino è occupato, ma puoi entrare dal retro
Potrai amarmi per sempre con questo amuleto
Il mio cuore è sbocciato come un pomodoro
C'ha la buccia più rossa di un cuore d'oro
Il mio cuore è occupato e poi ti ho sempre amato
Quando ho fatto l'amore col tipo pelato 

[Strofa 2]
Il mio culo è sfondato da una scorra che ho fatto
No non sono sbagliato, ma sono distratto
Io mi scuso per tutto, per averti delusa
Per aver fatto questo, per tutto l'ho fatto
Il mio cuore ti ama sopra l'autostrada
Questa sera torniamo e dormiamo a casa
Questa giornata è lunghissima e ti ho sempre amata
Quando hai fatto l'amore col Gattamelata 

IL MIO CUORE È OCCUPATO – live version

IL MIO CUORE È OCCUPATO – live version

[Strofa 1] x 2
Il mio cuore è occupato da un giardino segreto
Siamo gocce di pioggia col cuore di vetro
Il mio cuore è sbocciato, ma puoi entrare nel retro
Potrai amarmi per sempre con questo amuleto
Il mio cuore è sbocciato come un pomodoro
La sua buccia più rossa di un cuore d'oro
Il mio cuore è occupato e poi ti ho sempre amato
Quando ho fatto l'amore col tipo pelato 

[Strofa 2] x 2
Il mio cuore è occupato da un giardino segreto
Siamo gocce di pioggia col cuore di vetro
Il giardino è occupato, ma puoi entrare nel retro
Potrai amarmi per sempre con questo amuleto
Il mio cuore è sbocciato come un pomodoro
La sua buccia più rossa di un cuore d'oro
Il mio cuore è occupato e poi ti ho sempre amato
Quando ho fatto l'amore col tipo pelato 

[Strofa 3] x 1
Il mio cuore è occupato da un giardino segreto
Siamo gocce di pioggia col cuore di vetro
Il giardino è occupato, ma puoi entrare nel retro
Potrai amarmi per sempre con questo amuleto
Il mio cuore è sbocciato come un pomodoro
La sua buccia più rossa di un cuore d'oro
Il mio cuore è sfondato e poi ti ho sempre amato
Quando ho fatto l'amore col tipo pelato 

Si tratta di una vera e propria canzone con strofe di otto versi non isosillabici. Nel canone alto della poesia italiana, l’assonanza e la rima non hanno solo una funzione “grezza” di formanti strutturali ma servono anche a congiungere sintagmi e campi semantici lontani, e contribuiscono sostanzialmente al portato di senso dell’opera. Anche qui in realtà, ma le armonie fonetiche sono come un GPS rotto, e portano a spasso il significato in parkour dell’orrore e occasionali glitch.

Se nella versione studio l’assonanza e la sovrapposizione fra “cuore” e “culo” su cui si regge il testo viene palesata attraverso il ricorso a una volgarità tipicamente adolescenziale, nella versione live, più sofisticatamente, viene demandata alla discrezione degli scarti paronomastici. Ecco allora che il cuore è sì occupato ma sfondato anche, e il giardino segreto in esso contenuto, che potrebbe rimandare a una possibilità di coinvolgimento sentimentale e non solo carnale, è anche quello occupato, ma si può comunque entrare dal retto-retro.

Qual è il senso alluso da queste griglie ritmico-sintattiche in cui le parole sono intercambiabili? L’io cerca il sentimento perché il suo cuore-pomodoro è un cuore più che d’oro. Eppure, l’unica chiave di accesso a questo sentimento sembrerebbe di natura sessuale e, nella versione studio, ciò finisce per deludere il tu. Il rapporto a questo punto si raffredda e diventa convivenza affettuosa: dopo la lunga giornata che è la ricerca tragica dell’amore ci si accontenta, si torna a casa. La fluidità sessuale dell’io (cantato da voce maschile e che pur riferendosi a un tu femminile amato si fa penetrare da un tipo pelato) è anche fluidità biografica, e così ritorniamo all’idea della spettralità, alla complessità dei rapporti e degli oggetti che non si lasciano definire.

IL MIO CUORE È OCCUPATO in musica

Musicalmente, il brano è composto da elementi semplici: un accompagnamento pianistico di scarsa qualità timbrica, volutamente digitale, un basso armonico, una serie di percussioni lo-fi, il controcanto di un oscillatore alla Gigi Dag e la linea vocale autotunata – il risultato, tipicamente Pop X, è un esempio di cantautorato elettronico straniato, con non pochi debiti alla musica da ballo (soprattutto tecno). Il tutto è ben condito da occasionali effetti risacca marina e glitch vocali.

È interessante notare che l’autotune sia utilizzato in modo antitetico rispetto a SCOPAMIGO. Lì la meccanizzazione della voce umana era manifesta e cringe, mentre qui ci troviamo di fronte a una voce artefatta ma fin troppo umana, che ha solo qualche filetto scoperto, qualche imperfezione. Qui l’automa ha replicato l’uomo al punto da farsi lui stesso uomo, rivelandolo per quello che potrebbe essere: una macchina complessa. In questo impiego dell’autotune, esagerando, si può intravedere anche la crisi di un’altra dicotomia, quella fra macchina e organismo biologico, attualmente al centro del dibattito filosofico.


L’arte della riscrittura II

Abbiamo visto che i Pop X calcano male, storpiano, post-producono, mixano opere – a volte le loro – con altri oggetti trovati. Eppure non vogliono “solo” far ridere o decostruire, sembrano invece romanticizzare di volta in volta gli elementi ridicoli, grotteschi e marginali, per farceli vedere al di là della patina comica. Questo vale, per esempio, anche per l’omaggio a Cattaneo hanno realizzato per noi, con le letture alla Loquendo e le pesantissime distorsioni dei testi migliori del poeta.

Non sorprende dunque apprendere, da questo articolo apparso su Rockit, che il progetto dei Pop X sia considerato antesignano rispetto alla recente svolta hyperpop della musica indipendente italiana, basata appunto su un approccio post-ironico e un complesso e straniato citazionismo musicale. Che dire? A me e noi di lay0ut i Pop X hanno sempre fatto girare la testa soprattutto perché riescono a dare del tu alla grande cultura occidentale senza saperlo, questo mastodonte che un giorno li ha accolti in casa per pietà, e alla fine nonostante lo sdegno non se l’è sentita di cacciarli.